La quiete prima della tempesta. Elrond è ai piedi del divano, tra le amate caviglie di Simona. Riposa sereno. Passa buona parte del pomeriggio in una calma simbiotica con mia moglie, ogni giorno. Dr (Elrond)Jekyll è un bravissimo cucciolo di border appagato e sereno (giochiamo tanto con lui durante il corso delle ore, inframmezzando piccoli esercizi di addestramento). Ma è nell’aria qualcosa che sta per succedere.
Il citofono. I miei genitori. E con loro la cagna Rea, uno shar-pei cinese di 2 anni dall’aspetto truce e tonto. Ha perso molto di quelle adorabili pieghe che lo fanno apparire, quando è piccolo, una coperta della nonna mal stirata. Rea è un cane di razza pura, dal mantello grigio e dallo sguardo sottile, accigliato, molto orientale!
Appena arriva in casa Elrond la guarda con sospetto e la sua diffidenza si manifesta nel cercare protezione tra le gambe di Simona. Guarda circospetto, studia quell’intruso dall’andatura fiera e dalla muscolatura robusta forgiata dalla storia millenaria come razza. A vederla così sembra che la sua pelle lucente sia un’armatura da antico guerriero cinese, ma al contempo una specie di vecchio saggio colpito da morbo di Alzheimer!
I due sembrano sostanzialmente ignorarsi, mentre mio padre tiene la sua cagna sempre a guinzaglio, visto che io e Simo non ci fidiamo di quello che può succedere. Elrond si dirige verso lo spazio aperto della nostra cucina. Quando corre vediamo Rea che si precipita verso di lui pericolosamente, ma mio padre la tiene con il guinzaglio.
Elrond si infila sotto uno stretto mobiletto metallico, Rea gli si avvicina fiutandolo. è questione di attimi e il nostro cucciolo si trasforma. Questa invasione nel territorio culinario produce nel piccolo border una reazione imprevista. Arriccia il muso aggressivo, tiene le orecchie molto ben dritte, abbaia come mai prima d’ora, sembra voglia scagliarsi contro il guerriero cinese sbattendo, nella foga, anche un paio di volte la testa contro il pavimento metallico del mobiletto da sotto il quale sferra i suoi attacchi.
Rea a sua volte abbaia, ma i suoi versi sembrano quello di un tacchino che sta per essere spennato. il suo respiro corto e affannato e il suo mento da vecchio le danno le sembianze di una comare inferocita, più che di un cane combattente. ma la sua muscolatura compatta e il suo corpo tozzo e ben quadrato sono spaventosi. Non per Elrond che, uscito dal suo nascondiglio, ora le gira intorno saltellando (non in maniera allegra), ringhiando, abbaiando, simulando morsi. C’è una vera cagnara in casa e noi siamo un po' impreparati ad affrontarla. Non conosciamo ancora bene le dinamiche di interazione del nostro cucciolo e siamo spaventatissimi che Rea possa fargli del male.
Tratteniamo Elrond il più possibile. proviamo anche a mettergli il guinzaglio, ma è come se avessimo spruzzato dell’acqua santa su un corpo impossessato dal demonio! dopo pochi istanti togliamo via il collare. Forse abbiamo sbagliato momento per provare a “collarizzarlo” (mi si passi il termine).
Tregua. Portiamo Elrond nel nostro studio e giochiamo un po’ con lui. appare molto eccitato. frenetico. Ma riusciamo a calmarlo giocando con lui. Simona pazientemente lo riporta nel nostro salotto intrattenendolo in ludici passatempi. sembra essere indifferente a Rea adesso. Però le tregue durano poco, si sa!
Stavolta il campo di battaglia è dalle parti delle ciotole d’acqua del nostro cucciolo, che ci impressiona per la sua spavalderia e per la sua caparbia voglia di farsi rispettare. E’ strano vedere questo cane in miniatura con gli atteggiamenti, la protervia, la furia di un cane adulto non rimanere spaventato di fronte al guerriero dalla pelle di sabbia (shu=sabbia + pei=pelle in cinese). Rea non sta a guardare e, solo ricorrendo a tutta la sua forza, mio padre riesce a tenerlo. io addirittura temo possa rimanere strozzata per quanto mette in tensione il suo collare a catena di ferro.
L’ultimo round della battaglia è sull’uscio dell’appartamento. mentre sta quasi per andare via Elrond riparte all’attacco correndo dal lato più lontano del salone. con i suoi balzi a molla e le sua zampe protese in avanti in segno di schiaffeggiamento, con il muso arricciato cerca di scacciare l’invasore.
Noi siamo stremati. Impauriti. E consapevoli che la socializzazione è importante, anche se non sospettavamo così impegnativa.
Stasera è la vigilia di capodanno. I miei tornano per festeggiare insieme. E quindi tornerà anche l’antico cane cinese. Sarà ancora battaglia? Come affrontare questo nuovo incontro?