Domenica mattina in technicolor. Di luce splendida e di mite calore. Il lungomare straripa di gente. Di una carovana di marmocchi vestiti da carnevale e di frotte di cani nuovi al guinzaglio per la loro “uscita della domenica”, appunto. Noi siamo habitué del luogo quindi lo attraversiamo con quel senso di snobismo aristocratico di chi si trova improvvisamente in mezzo a una folla di parvenu.
Raggiungiamo subito la Spiaggia di Santa Teresa muovendoci a difficoltà tra la selva di gambe e il prato di coriandoli che trapuntano questo lungo “parco” orizzontale di giardinetti, panchine, palme e mare laterale. L’unico luogo appena decente dove dare una parvenza di libertà ai nostri cani (Salerno, che peraltro è una cittadina dignitosa, carina e molto ben funzionante per gli standard meridionali, vanta una delle peggiori “propensioni” al cane che io abbia riscontrato in giro. Non c’è un contenitore dove gettare i suoi bisogni, non c’è un dog park, non uno dei parchi cittadini è accessibile ai nostri amici zamputi… mah!), anche se c’è il divieto totale di portarli senza guinzaglio (regola che moltissimi – tra cui spesso io – disattendono).
Arriviamo in spiaggia e il primo incontro è con l’amore di Elrond: Luna (nella foto mentre passeggia con il “nostro”). Al duetto delle follie si aggiunge oggi l’antico cane cinese dei miei genitori in trasferta. Stavolta proviamo un campo neutro per vedere se si riesce a non farli scannare.
Rea, la shar-pei, è al guinzaglio mentre i due fidanzatini sono sciolti e liberi di giocare. Rea è su di giri e vorrebbe unirsi all’idillio ludico. E comincia a sbavare. Letteralmente. Trovo quantomeno nauseante la vista di un cane che sbrodola e raglia come un asino! Comunque mio padre si è deciso a liberarla ed anche lei ha provato a unirsi ai festeggiamenti da spiaggia. Stavolta è andata molto meglio, anche se non so se Elrond avesse proprio intenzioni giocose, perché nel suo ringhio e nei suoi morsetti di difesa sembra molto più accigliato e cattivo rispetto al solito.
Presto sono arrivati sulla spiaggia altri due cuccioloni. Un golden retriever di 5 mesi (Kibo) e un cocker saltellante di un anno (Charlie). Hanno messo a soqquadro la spiaggia.. specialmente con il biondo Charlie che ad un certo punto si è avviato verso il mare, oggi piatto come il petto di una modella anoressica. Ma mentre questi ha fatto una finta ed è tornato indietro, il buon Elrond impavido come un cavaliere della tavola rotonda e sciagurato come un liceale alla sua prima gita: si è lanciato nelle fredde acque mediterranee con un balzo degno del padre Aragorn (campione di agility). E non si è fermato a questo. Ha cominciato a nuotare sotto lo sguardo divertito e sgomento della folla. Io inizialmente sono stato preso dal tipico panico di un genitore alle prime armi che vede il figlio improvvisamente in fin di vita. Ero già pronto a spogliarmi e gettarmi per salvarlo, ma poi l’ho visto nuotare indietro verso la riva con quella sua testolina furba a pelo d’acqua! un incanto. subito spezzato dalla sua vista una volta sulla spiaggia. tutto bagnato sembrava un altro. piccolo e striminzito come un cane randagio, un meticcio abbandonato e maltrattato, un avanzo di canile senza speranze!
L’acqua fredda non ha spento però i suoi bollenti spiriti. Subito di nuovo alla corsa. subito ad inseguire il suo amico Charlie o a rotolarsi nella sabbia, forse per darmi prova di quella “leggenda metropolitana” del pelo autopulente dei border. Che poi di leggenda assolutamente non si tratta. Dopo qualche decina di minuti, mentre eravamo di ritorno a casa sembrava immacolato. non un briciolo di sabbia, nessun segno delle scorribande arenili, nessun odore particolare. Il pelo era quello di prima.
eh eh, non mi stupisce, nonna Birba è una foca.....
RispondiElimina