mercoledì 19 ottobre 2011

IL PRIMO INCONTRO CON UN GREGGE

Il primo incontro di un border con un gregge non si dimentica.

Anche se quel gregge è formato da 2 caprette, come nel nostro caso con Elrond. Non si dimentica perché chi non ha mai avuto occasione di provare questa esperienza non può immaginare quale luce si nasconda nel fondo degli occhi di questi cani, felici come matti dietro una palla, dentro un tubo, sopra un ostacolo, ma mai STREGATI come di fronte al loro sogno incarnato: l’animale da governare.

È come per un maggiordomo inglese dell’800 trovarsi davanti alla possibilità di mettere in ordine la casa di campagna dei Tudor! Una goduria che il DNA ha allestito e assaporato fin dentro la placenta di mamma border.

Pochi giorni fa abbiamo avuto finalmente modo di assaporare questo momento di epifania. Siamo stati dalla nostra amica Joanna che ora gestisce col suo compagno un delizioso casale con terreno che si chiama semplicemente IL LUOGO. E qui oltre 2/3 cani che vagano sonnolenti e liberi, un piccolo pony che silenziosamente tormenta il fieno prima di mangiarlo e tre border felici (mamma Cassandra e le sue due piccole cucciole Molly e Megan), ci sono due splendide caprette tibetane: TOTO’ e HEIDI.

Quando Elrond le vede dà uno strattone al guinzaglio che quasi mi stacca il braccio dal corpo sul modello di un film pulp tipo SAW. Avete presente? Lo tengo a fatica. Chiedo a Joanna se posso liberare il mostro e vedere il suo comportamento. Temiamo remotamente che possa balzare su di loro e sbranarle. Heidi mangiata da un border! Detta così suona bene per chi non ha mai sopportato quella bambina mielosa che zampettava a piedi nudi sui prati rompendo l’anima al povero nonno che prima di lei se ne stava tranquillo e in santa pace tra i monti sopra Francoforte!

Ma il dna non è acqua. E così – una volta slegato – si fionda su di loro. Ma non per affondare i denti nelle loro tenere carni, bensì per metterle in fuga e alla fine stringerle conto un muro dove, con l’aiuto di Cassandra, le due malcapitate sono rimaste per un bel po’ di tempo senza possibilità di scappar via. Nonostante Totò provasse con le sue minuscole corna (diciamo come quelle di un marito la cui moglie è uscita solo un paio di volte con un altro uomo) a infilzare Elrond, a dir la veritò poco preoccupato di quelle minuscole escrescenze!

Emozionante, da brividi. Elrond è concentrato, focalizzato con i suoi occhi di brace sulle due caprette, non lascia scampo né campo libero. È un altro cane! Come veder uscire fuori dal bozzolo una farfalla che prima era un bruco. La vera anima di questa razza: tenere a bada animali dal cervellino poco fine! (purtroppo non mi sto riferendo a quelle persone, per esempio, che in treno hanno la suoneria alta con una canzone di shakira, che leggono Novella 3000, che mangiano a bocca aperta, che hanno negli occhi l’abisso dell’idiozia)

Chi legge questo blog e non ha un cane correrà a comporre il numero della Neuro. Chi ha un cane e non ha un border penserà che sono un deviato. Chi ha un border da più tempo di me annuirà sicuro di sé e dirà a me, sottovoce: finalmente l’hai capito.. è questo che Elrond dovrebbe fare!

eppure la storia ha un finale imprevisto. improvvisamente, mentre Elrond è lì che fa il secondino di ferro con le due caprette carcerate, spunta una palla. e lui che fa? abbandona il suo lavoro e si fionda verso la rotolante delizia al centro della sua vita di cane! Elrond è sempre il signore delle palle!

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