Dopo due mesi di attesa spasmodica è arrivato, portando dentro questa casa la sua incredibile vitalità e la freschezza della sua vita cominciata da poco. una stupenda collisione di esistenze: la sua e la nostra. [mentre scrivo ora riposa accanto ai miei piedi, stremato].
Ma andiamo per ordine e raccontiamo questo viaggio chiamato Elrond!
La partenza
Domenica post-festiva. Mattina presto. Salerno dorme ancora, come frastornata dal bagno di pioggia e di folla della serata di Santo Stefano. Mi sveglio eccitato all’idea di quello che mi aspetta. Il centro storico si sgranchisce le sue vecchie ossa. I colombi frusciano le loro ali come se fossero carta straccia. ed è l’unico suono che si sente in strada. Partiamo.
L’arrivo a Orvinio
Il paesaggio che ci attende una volta abbandonata l’autostrada A24 che porta da Roma a L’Aquila è spettrale, ma affascinante. La nebbia avvolge ogni cosa come un liquido silenzio lattiginoso. Simona teme per la nostra incolumità, io amo questo tipo di atmosfere e quindi la vivo con “poesia”. Arriviamo a Orvinio addobbata a festa. le persone camminano per strada come ombre senza forma dentro una nuvola bassa. ancora poche centinaia di metri e siamo all’allevamento Petradedome.
A Petrademone
Questo è uno scorcio dell’allevamento (nella nebbia fitta) al momento del nostro arrivo!
Ad attenderci Cristina, sempre radiosa e festosa. ci porta in casa. Lì c’è il grande Roberto, un uomo la cui “saggezza” e la cui bontà sono proporzionali alla sua altezza (e vi assicuro che lo è davvero!) e loro figlio Matteo: taciturno, ma dallo sguardo acuto e intelligente. E poi lui…. Elrond.
Stento a riconoscerlo dall’ultima volta. è gigantesco. Un border collie cucciolo di proporzioni elefantiache (vabbè esagero… ma è davvero un border notevole!). Comincia con timidezza, ma presto rivela la sua natura predatoria e la sua curiosità vividissima. Lo so che “ogni scarrafone è bell’ a mamma soia”, ma fuor di detto popolare: è davvero bellissimo. non riusciamo a staccargli gli occhi (e le mani) di dosso. Afferra tutto, morde ogni cosa, gioca con me predando una corda intrecciata e imparo la prima regola dal vivo di quella che sarà un'educazione alla convivenza che durerà tutta la vita.
REGOLA #1 : Quando giochi con la corda non sollevarla troppo da terra. falla saettare davanti ai suoi occhi come se fosse un topino da catturare.
REGOLA #2: Quando giochi con la corda lascialo vincere dopo aver lottato un pò, così aumenti la sua autostima. Sii comunque tu a condurre il gioco, per lasciare intatta la tua leadership di capobranco!
Roberto ci invita a pranzo e come si può non accettare con il calore di quella casa, le parole di queste persone straordinarie, con la presenza dell’amato Elrond e con la promessa di spaghetti cacio e pepe!
FINE PARTE PRIMA
Nessun commento:
Posta un commento