lunedì 18 gennaio 2010

SOPRAVVIVERE AL CUCCIOLO

Due giorni senza Elrond. Per lavoro sono costretto spesso a essere il weekend fuori (a Bologna) e da febbraio anche all’estero. Due giorni per riflettere sulla entrata in scena di questo cucciolo nella mia, nella nostra vita. Gli esseri umani hanno una caratteristica saliente riguardo alle esperienze: finanche il più accorto e il più incline al dare ascolto agli altrui pareri, non riesce a dar forma a una situazione per quanto ben descritta e assolutamente certa, se non quando si trova immischiato dentro fino al collo. Io non faccio eccezione. Eppure sono una persona piuttosto portata all’immaginazione e a saper riconoscere l’autorevolezza di un parere.

elrond con la treccia

Quando leggevo alcuni capitoli di libri di argomento cinofilo intitolati con tono macabro e drammatico “Sopravvivere a un cucciolo”, tendevo a fare una smorfia divertita e alzare – metaforicamente – gli occhi al cielo. Può mai ucciderti un cucciolo? e che sarà mai? Poi sono arrivati i racconti mitologici di chi i cani li ha o li ha sempre avuti. Questi, con fare profetico e grave sul genere Gandalf che ammonisce Frodo di prestare attenzione ai grandi pericoli che il Signore del Male ha in serbo per lui o con l’atteggiamento gufante di uno jettatore iscritto all’albo dei “portasfortuna” mi dicevano: ma perché prendi un cane, vedi che ti cambia la vita! E per cambiare sembrava volessero dire, e solo per gentilezza usavano l’eufemismo: “rovinare”!

 

Io sono stato sordo a queste voci e superficiale nei confronti della lettura. Ho sottovalutato il potere devastante di quell’essere indifeso (come un barracuda affamato) che è un cucciolo di cane e di border collie in particolare! oggi sono esattamente 20 giorni che è a casa nostra e certo non posso dire che la mia vita sia quella di prima. e devo ammettere, non senza un sentimento di vergogna e di umiliazione, che ci sono stati momenti in cui sia io che mia moglie abbiamo pensato di non farcela. Momenti atroci in cui siamo stati sul punto di cedere alla tentazione di “tornare indietro” (ammesso che si potesse). Ci sono state crisi, litigi, tensioni in casa. Un cucciolo che entra in un’esistenza compatta ed equilibrata, regolata dall’abitudine a certe a libertà e a certi confort, finisce col creare degli sbilanciamenti minando il senso di sicurezza e di agio costruiti pazientemente nel tempo.

 

Non ci si alza più dal letto quando fa più piacere. perché lui è là che vuole uscire dal trasportino per fare i suoi bisogni o semplicemente per cominciare a frullare il giorno con la centrifuga della sua vitalità inestinguibile. E quando esce dal trasportino vuole salire sul letto e se non ci riesce comincia a mordere le lenzuola e la trapunta. poi si scaglia sui cuscini. E infine se non basta si dirige a qualche abito che penzola indifeso, lasciato inavvertitamente su un comodino troppo poco alto per evitare i suoi balzi famelici. E allora devi alzarti dal letto e cominciare anche nolente la tua giornata. E non basta. Devi anche vestirti subito prima che lui cominci a sporcare per casa. e visto che non abbiamo giardino (santo giardino per chi ne ha uno) dobbiamo scendere giù in strada nel freddo umido delle appiccicose mattinate invernali.

 

Li vedi in strada questi “padroni di cani” inerti nel gelo livido del primo mattino come spettri muti, con il cervello ancora spento, meccanicamente legati ai fili lunghi dei loro guinzagli, vestiti con triplo stato di maglioni e dalla mascelle slogate da sbadigli olimpionici! L’esercito dei forzati delle passeggiate, immersi nella nebbia di un sonno strappato dal richiamo fisiologico dei loro piccoli amici in pelo.

 

Non ci riesce più di tenere una porta aperta in casa. Le nostre porte a scomparsa sono sempre serrate, perché guai a lasciare un varco al piccolo Elrond. Come un furfante ben addestrato si insinua nei due bagni, nella stanza da letto e allora si apre per lui il parco giochi delle cose da rubare e strappare. nel bagno di servizio c’è la cesta dei panni sporchi. Autentico bottino dei 40 ladroni che per lui è una tentazione impossibile da resistere. Nel bagno principale ci sono asciugamani, accappatoi, spesso la biancheria da poco cambiata e altre amenità che appaiono ai suoi furbi occhietti come una lauta ricompensa da dare in pasto alle sue fauci sempre spalancate. La camera da letto presenta poi la trapunta, i cuscini e tutto l’arredo della notte che non sfugge alla sua bramosia di folletto impazzito!

 

Stare fermi e seduti al computer per lavorare o svagarsi è un’impresa ormai. Tranne i pochi minuti in cui si concede una pausa, semmai dopo una lunga uscita, il resto del tempo Elrond deve essere un sorvegliato speciale. Un criminale pericolosissimo da tenere sempre sott’occhio. Dal nostro studio saetta nel nostro grande salone open-space e parte la sua carica al divano, centro gravitazionale della sua voglia di sopraffazione o verso i libri che abbiamo in una libreria bassa (i suoi preferiti sono i tomi di Herman Hesse e, ultimamente, quell’indigesta lettura – non per lui evidentemente – dell’Ulysses di James Joyce).

 

Elrond ha un certo talento per l’aprire le zip. E’ riuscito a de-cernierare quella dello schienale per intrufolare i dentini demoniaci nella calda spugna. Quante volte lo abbiamo staccato da lì? Ho perso il conto. e ogni volta si è ribellato con i suoi ringhi fanciulleschi, ma già sonori o con un immediato ritorno alla sua opera di sventramento. Alla fine abbiamo sigillato quella apertura con tre grossi contenitori di plastica per panni.

 

Allora si è accanito su un angolo laterale, che va a rosicchiare guardandoci con quell’aria di sfida di chi sa che oltre al tessuto sta rodendo anche il nostro cervello esausto. stessa storia: ogni volta lo spostiamo via, ogni volta ritorna. e semmai si rivolta anche provando un morso o attaccandosi predatoriamente ai nostri piedi.

 

Da un paio di giorni ha imparato anche a spiccare il salto per salire sul divano laddove riposavano tranquilli un paio di cuscini verdi. Ora bisogna rafforzare la sorveglianza: è questo il nuovo gioco progettato e messo in atto per allenare la sua qualità distruttiva. Quando ci sono io in casa e siamo quindi io e mia moglie sicuramente la situazione diventa più gestibile, ma quando io sono fuori la povera Simona non può fare altro che essere alla sua mercé, a meno di non chiuderlo spesso nel kennel, cosa che gli esperti ci sconsigliano per non creare in lui un’associazione negativa e punitiva con la sua casetta di plastica e metallo.

 

Poi c’è il fatto che i bisogni non sempre li fa tutti fuori. Parte delle sue “pratiche” fisiologiche ha ancora il piacere di espletarle in casa, aumentando il carico di lavoro domestico, perché certo non è il nostro sogno una casa nuova ridotta a discarica di Bombay! Forse è colpa nostra che scendiamo giù solo 3 volte al giorno, ma certo non possiamo passare le nostre giornate a salire e scendere per le scale del palazzo con il borderciccio in braccio (eh si anche palazzo storico senza ascensore!).

 

Anche fare la lavastoviglie e la lavatrice sono missioni eroiche ormai. Ha una predilezione per i piatti sporchi e le stoviglie ancora unte di cibo, così mentre simona prova a caricarla Elrond si precipita dentro l’elettrodomestico per provare a leccare ogni centimetro di ceramica o vetro vagamente odoroso di alimenti. La lavatrice si sa è la casa dei panni e il cucciolo non si perderebbe per nulla al mondo una festa a cui non è stato invitato!

 

FINE PRIMA PARTE

1 commento:

  1. devo dire che mi hanno sempre fatto molta tenerezza mista a stupore i “padroni di cani” inerti nel gelo livido del primo mattino come spettri muti, ho sempre pensato che si stavano perdendo l'iniezione di felicità, gioia di vivere ed energia che il tuo cane, o i tuoi cani, ti infondono ogni mattina che il Signore ci da la grazia di assaporare. Il sonno passa rapidamente, così come ogni sorta di preoccupazione non appena li vedi intrecciare le loro traiettorie, non appena vedi i loro occhi a grondare gratitudine per essere lì con loro a celebrare la gioia del primo mattino... quando abitavo a Roma, quella strana città, maleodorante e decadente, ma gonfia di storia e di fascino, passavo trionfante in bicicletta con i miei 6 cani ordinati al guinzaglio, una sorta di spettacolo che divertiva ed ammirava alcuni, ma che altri evidentemente interpretavano come una sfida alle loro vite coatte, nel duplice senso, quello originario di "costrette" e quello acquisito di buzzurro di città! Nel malcelato tentativo di venirmi addosso e così urtare l'imperturbabile equilibrio della mia muta esprimevano probabilmente l'invidia verso che poteva permettersi di iniziare la mattina evitando una forsennato corsa in ufficio e godendo di una splendido momento con i propri cani. Dal 1982 non dormo più la domenica mattina e ricordo perfino con orrore quando ciò avveniva, un vero spreco di vita.... naturalmente ognuno ha i suoi gusti, ma io non rinuncerei ad un solo istante passato la mattina con i miei cani, considerata anche la loro vita breve, troppo breve. Sono un rivoluzionario, quindi amo gli sconvolgimenti, soprattutto quando portano vita.... certo non ho mai permesso ai miei cani di rompere le mie cose, perchè penso che il rispetto sia il fondamento di ogni rapporto, passi pure il danno occasionale, ma lo sterminio sistematico di tutti gli oggetti di casa penso che nasconda un problema di relazione.... nella cucciolata Elrond era vivace ma come gli altri ed il bollettino di morti e feriti nella altre famiglie fino adesso non è così tragico... grande entusiasmo grandi emozioni, tutto molto bello, ma gandalf, lungi dall'assumere un tono grave e profetico, si siede, carica l'erba pipa, tira un ampia boccata e sorride proponendo normalità, allentamento delle tensioni anche a costo di diluire le emozioni positive; condurre una vita normale, con la variante dell'alzata la mattina, questo si! Non dare accesso al cane a tutta casa ma confinarlo, solo da adulto e tranquillo deve avere il privilegio di seguirvi, con la rigorosa esclusione della camera da letto e di altri luoghi da voi decisi. daccordo sul dargli in pasto l'Ulysse di Joice, che ho provato a leggere solo perchè amavo molto l'lrlanda ed avevo bisogno di raccontarmi che anch'io potevo essere intellettuale, ma Hermann Hesse va difeso con la vita, se necessario!!!!! Allentare, desensibilizzare, confinare, uscire anche senza di lui, poi iniziare al più presto l'addestramento: deve pensare, è nato per lavorare, deve avere questa opportunità, è possibile realizzarlo anche senza possedere le pecore.... chiamatemi, vorrei parlarvi, un abbraccio!!!

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